Più forte di prima

È successo a un passo dalla medaglia ai mondiali: Joana Heidrich ha avuto un infortunio alla spalla. La fine di un sogno. Scopri come Joana lotta per il suo sogno e qual era la sua paura più grande

AutoreDaniel Herzog Categoria Discipline sportive Tempo di lettura 7min

Insieme ad Anouk Vergé-Dépré, Joana fa parte della squadra svizzera di beach volley più forte della storia. Nel 2022, Joana ha dovuto affrontare uno dei più grandi ostacoli alla sua carriera: si è infortunata gravemente alla spalla e ha dovuto subire un'operazione.

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«Se continua a lavorare come ha fatto finora, allora saremo punto e a capo. Durante la riabilitazione non ho perso occasione per ribadire questo punto». Nicolai Loboda, fisioterapista di Joana, la accompagna in questo percorso e resta positivo.

«Anche io ho vissuto un'esperienza simile e mi ero detto: "Ehi, anche se non dovessi più poter giocare a pallavolo non fa niente, ma se già riesco a usare nuovamente la mano per la vita quotidiana sarò al settimo cielo».

Il suo preparatore atletico Andreas Lanz a volte deve sgridare Joana per non farla andare oltre i suoi limiti.

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La volontà di Joana dimostra che ha voglia di tornare. Spiros Karachalios, il suo allenatore, quando parla di lei dice: «Quando ha un obiettivo dà il 100% per raggiungerlo e non si pone alcun limite. È pronta a sopportare questo tipo di sforzo per raggiungere l'obiettivo».

Anche Andreas Lanz riconosce i progressi di Joana: «Io stesso sono esterrefatto dalla velocità con cui sta iniziando ad andare».

Anche per la giocatrice di beach volley, il duro lavoro ripaga. Chi può dire tra quanto (poco?) tempo tornerà in campo? Le prospettive promettono bene e la sua compagna di squadra Anouk non può che esserne felice.

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Durante la riabilitazione, Joana si allena anche su Luna Fitness, che trova molto utile in particolare per le piccole fasce muscolari. «All'inizio ovviamente l'avevo totalmente sottovalutato, mi ero detta "sarà una passeggiata", ma alla fine stavo quasi per vomitare dalla fatica. Per dirlo in poche parole, penso che sia un apparecchio molto completo».

«Ora si tratta di fare i singoli passi, uno dopo l'altro, uno dopo l'altro, senza perdere di vista l'obiettivo. Dobbiamo dirci dove vogliamo arrivare e sapere cosa vogliamo. E per farlo siamo disposti a tutto».
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